10 REGOLE UTILI PER GLI UTENTI BANCARI

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Regola numero 1: E’ importante conservare sempre tutta la documentazione bancaria, i contratti, gli estratti conto, gli scalari trimestrali o semestrali. Fare attenzione alle cosiddette «variazioni unilaterali» Quando cominciate un rapporto con un istituto di credito ricordatevi di conservare ogni documento, sia il contratto stipulato sia le lettere che pervengono a casa. Occorre prestare molta attenzione al contratto, accertarsi che riporti la firma del funzionario responsabile dell’istituto, altrimenti non ha valore. Se avete buttato via o smarrito la documentazione bancaria non occorre disperarsi, si può inoltrare nuovamente richiesta all’istituto che ha l’obbligo di recuperarla con funzione retroattiva fino a dieci anni.

Regola numero 2: E’ importante fare una perizia econometrica.

Con tutta la documentazione in vostro possesso è possibile fare un’analisi del conto corrente, mutuo, leasing e carte revolving. L’analisi si chiama “perizia econometria” e va affidata a professionisti seri e specializzati, altrimenti è solo una perdita di tempo e di denaro. La perizia e l’unica tutela del correntista.

Regola numero 3: Occorre fare attenzione a tutti i costi e a tutte le spese che contribuiscono a determinare il tasso soglia. Il tasso soglia non è altro che il tasso massimo di interesse che un istituto può applicare al correntista. Oltre questo limite la banca è in usura.

Regola numero 4: Se siete in difficoltà valutate con molta attenzione le cosiddette agevolazioni che il vostro istituto propone. Molte banche offrono ai clienti in difficoltà delle “agevolazioni” non consigliabili. Ad esempio, se un correntista è esposto per 50.000 euro sul conto corrente e non riesce a rientrare, dalla banca consigliano di trasformare quel debito in un mutuo ipotecario, cosi da poter dilazionare il pagamento usufruendo di un tasso d’interesse più vantaggioso. Spesso, però, con questa operazione le banche traggono un doppio vantaggio. Il primo è quello di trasformare un proprio credito, che resta invariato, da chirografario, ovvero privo di garanzie, a ipotecario. Il secondo, come è intuibile, è quello di appropriarsi di somme frutto dell’indebito.

Regola numero 5: Occhio all’anatocismo bancario. L’anatocismo bancario, cioè la capitalizzazione degli interessi passivi è illegittimo. L’anatocismo fa sì che il correntista sia gravato da un debito via via maggiore, che va a generare un incremento degli interessi passivi, determinando un ostacolo per il cliente a ritornare in attivo. La parola deriva dal greco: anà, cioe ≪di nuovo≫, e tokòs, che significa ≪interesse≫. Per anatocismo s’intende la capitalizzazione degli interessi affinché questi stessi interessi siano produttivi di altri interessi.

Regola numero 6: Tenete sempre sotto controllo le commissioni di massimo scoperto. Altro “pericolo” per il correntista sono le “commissioni di massimo scoperto”. Un onere che viene addebitato al cliente in base all’effettivo utilizzo del denaro e che, come tale, incide sul calcolo del costo del denaro stesso.

Regola numero 7: Attenzione ai giochi sulle valute. La valuta tecnicamente è il giorno in cui una somma di denaro depositata o prelevata comincia a produrre interessi attivi o passivi. Esiste la “valuta effettiva”, che corrisponde al momento in cui la banca acquista o perde la disponibilità del denaro, e la “valuta bancaria”, cioè quella con cui l’istituto di credito concretamente sottrae o aggiunge un certo numero di giorni a quella effettiva. Molto spesso le rimesse effettuate dal correntista vengono contabilizzate come se l’operazione fosse stata effettuata un certo numero di giorni dopo la data effettiva di esecuzione dell’operazione. Le operazioni a debito per il cliente, invece, vengono contabilizzate prima della data di effettiva esecuzione. Nel primo caso, il correntista perde giorni utili per la maturazione degli interessi attivi, nel secondo caso la banca incrementa i giorni utili per la maturazione degli interessi passivi a carico del debitore.

Regola numero 8: Non abbiate paura delle Centrali rischi. Essere inserito nel database bancario dei ≪cattivi pagatori≫ per un imprenditore equivale alla morte civile: si fa fatica a ottenere credito da altri istituti.

Ma danni enormi possono determinarsi anche con le persone fisiche, non imprenditori. Basta anche una “piccola” segnalazione nelle banche dati creditizie e l’accesso al credito è totalmente compromesso.

Molti ci chiedono se queste segnalazioni possono essere cancellate o rettificate, prima dei tempi di conservazione dei dati. E quindi se è possibile la cancellazione in Crif, Experian, CTC o in Centrale Rischi di Banca d’Italia. Noi rispondiamo assolutamente di sì, ma dobbiamo approfondire il suo caso con il cliente, con informazioni e documentazione, per dare una “consulenza legale” completa per studiare le “strategie di uscita” da questo tipo di segnalazioni.

Diffidate da chi, senza approfondire, vi dice che tutto si può cancellare! Occorre avvalersi di professionisti legali seri e competenti che studiano il vostro caso e vi assistono nella risoluzione!

Regola numero 9: Diffidate dei consulenti Fate attenzione alle decine di società di servizi che si propongono come aiuto al “debitore” con soluzioni dispendiose e poco trasparenti. Non solo non sono professionisti, ma purtroppo creano anche un danno economico e perdita di tempo al cliente, senza ottenere risultati concreti.

Purtroppo diversi clienti che si rivolgono a noi sono prima passati in questi uffici, affidando loro l’incarico, e abbiamo dovuto limitare noi i “danni” per azioni sbagliate o di inerzia intesa come “assenza totale di azioni a favore del cliente”.

Regola numero 10: Contestare!

Ultima, ma più importante, è imperativa: contestare. Una volta che abbiamo raccolto tutte le informazioni che ci occorrono dal nostro cliente, studiamo tutte le soluzioni al caso e comprendiamo quali attività legali dobbiamo eseguire per inseguire IN BREVE TEMPO due scopi: la cancellazione e l’accesso al credito per i nostri clienti.

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