Il caso riguardava un impiegato di sessant’anni che si era visto scalare dal proprio conto 1.570 euro, attraverso sei prelievi di denaro contante Un giudice onorario del tribunale di Lecce, Angelo Rizzo, ha riconosciuto la responsabilità civile di un istituto di credito in una vicenda di clonazione di una carta di credito revolving, con la conseguente segnalazione del nominativo del correntista nei Registri dei cattivi pagatori. Il caso riguardava un impiegato salentino di sessant’anni che nel giugno 2010 si era visto scalare dal proprio conto 1.570 euro, attraverso sei prelievi di denaro contante effettuati in diverse città del Nord Italia, pur non essendosi mai spostato dal Salento.
Un giudice onorario del tribunale di Lecce, Angelo Rizzo, ha riconosciuto la responsabilità civile di un istituto di credito in una vicenda di clonazione di una carta di credito revolving, con la conseguente segnalazione del nominativo del correntista nei Registri dei cattivi pagatori. Il caso riguardava un impiegato salentino di sessant’anni che nel giugno 2010 si era visto scalare dal proprio conto 1.570 euro, attraverso sei prelievi di denaro contante effettuati in diverse città del Nord Italia, pur non essendosi mai spostato dal Salento.
Per questo motivo l’uomo aveva subito chiesto all’istituto di credito di cui era cliente (Findomestic Banca spa) il blocco della carta, disconoscendo tutti quei prelievi e sporgendo denuncia contro ignoti. La banca gli aveva richiesto però il pagamento di tutti gli importi segnalando il suo nominativo, nonostante numerose diffide, nella categoria dei crediti in sofferenza presso i sistemi di informazioni creditizie, causando così all’impiegato l’impossibilità ad accedere a qualsiasi forma di credito.
Il Tribunale di Lecce ha dato ragione al legale del 60enne, l’avvocato Raffaele Colluto, dichiarando illegittima la condotta della banca perché, come si legge nella sentenza, ha “escluso, perentoriamente e immotivatamente, la possibile clonazione della carta di credito, forse dimenticando che la clonazione è un fenomeno diffuso e praticamente inarrestabile realizzato
con mezzi sofisticatissimi da bande di criminali che scorrazzano in tutta Italia, depredando gli incolpevoli correntisti”.
Il giudice ha inoltre ritenuta illegittima la segnalazione negativa del nominativo del cliente nei Registri dei cattivi pagatori. All’impiegato, oltre al rimborso di tutte le spese legali, è stato riconosciuto un risarcimento danni di 3mila euro per il discredito subito alla onorabilità e per la sua estromissione dal mercato del credito.
Fonte: La Repubblica (17 marzo 2016)